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©2022 Azienda Agricola CA' OLTA di Giavazzi Raffaella

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Azienda Agricola Ca’ Olta


LA STORIA DELL’AZIENDA E LA FATICA DI FARE VINO

L’attuale proprietà dei terreni di Scanzorosciate risale ai primi anni del ‘900, quando furono acquistati senza mai essere visitati. L’accesso era scomodo e non ne valeva la fatica. “Terre da vini terre da poverini” si diceva, peraltro in dialetto bergamasco. I terreni di pianura erano allora più ricchi e redditizi, e soprattutto in quell’epoca l’agricoltura puntava sulla coltivazione dei bachi da seta.
Tutta la proprietà è stata poi frazionata nei vari passaggi ereditari. La Ca’ Olta ne è solo una piccola frazione, costituita da una casa colonica e solo due ettari e mezzo di bosco e altrettanti di terreno a vite, ma in una posizione ottimale, molto ben arieggiata e soleggiata dalla prima mattina fino al tramonto.
Nel 2015 il vecchio vitigno, con diverse varietà mescolate tra loro, piuttosto malato e trascurato da anni, viene totalmente espiantato e il terreno viene rimodellato a rittochino per consentirne la lavorabilità con i mezzi meccanici.
Finalmente nel 2016 dopo un anno di riposo del terreno, di analisi chimiche e di valutazioni agronomico-enologiche, vengono realizzati due nuovi impianti di poco meno di mezzo ettaro ciascuno, uno di Moscato di Scanzo e uno di Incrocio Manzoni bianco 6.0.13. Si decide per la conduzione biologica, senza uso di diserbanti o di prodotti chimici di sintesi.
L’allevamento è a Guyot; il Moscato di Scanzo consta di 1508 piante passo 1 metro; l’Incrocio Manzoni consta di 1560 piante passo 90 centimetri.
Sono seguiti anni di sacrifici economici, impegno mentale e fatica fisica, soprattutto all’inizio quando le barbatelle erano ancora giovani e di piccole dimensioni e richiedevano una continua pulizia manuale delle erbe infestanti per non esserne soffocate.
Dopo il primo anno di allevamento viene raggiunto un accordo con l’Azienda Agricola Sereno Magri di Rosciate per la raccolta delle uve, la vinificazione e l’imbottigliamento, con la creazione di un’etichetta specifica denominata “Ca’ Olta”.
Arriviamo all’anno 2018, la prima vendemmia, troppo piccola per essere vinificata separatamente, e le uve finiscono all’ammasso.
2019, ci aspettiamo una prima produzione soddisfacente, almeno un 50-60 percento della potenzialità, ma subiamo ben cinque grandinate, quattro ad inizio stagione hanno enormemente ridotto la proliferazione dei grappoli, una a fine agosto ha distrutto e irrimediabilmente danneggiato gli acini.
L’uva Moscato passa direttamente in distilleria in quanto non idonea all’appassimento. Riusciamo a salvare una piccola quantità di Manzoni, molto danneggiata ma, in accordo con l’enologo, si decide di vinificare comunque separatamente, per cominciare ad avere un’idea delle potenzialità del vigneto.
Il 2 giugno 2020 viene stappata la prima bottiglia sperimentale di vino bianco Manzù Ca’Olta e rimaniamo piacevolmente sorpresi dalla varietà di profumi e di aromi e dal gusto intenso e lievemente fruttato.
Puntiamo quindi decisamente a un bianco di alta gamma e proprio per questo non riteniamo il raccolto 2020 idoneo alla vinificazione. Col raccolto 2021 Vi offriamo oggi un Manzù Ca’Olta degno delle nostra fatiche e delle nostre aspettative.
Quest’anno 2022 contiamo finalmente di iniziare anche la produzione del Moscato di Scanzo, l’impianto è giunto al settimo anno e potenzialmente ci attendiamo una prima interessante raccolta. In tale ottica abbiamo anche provveduto alla copertura dei filari con reti antigrandine. Lo stesso abbiamo programmato per il prossimo anno sull’Incrocio Manzoni.                


THE HISTORY OF THE WINERY AND THE LABOUR OF MAKING WINE

The present Scanzorosciate land dates back to the early1900s, and it was purchased without the buyer having ever visited it. It was inconvenient to get to, and was hardly worth the effort. It was known in the Bergamo dialect as ‘poor man’s wine land’–. The flat land further down was richer and earned more, specially in those days when ‘agriculture’ mainly involved breeding silkworms.
The whole property has since been broken up by a succession of heirs. The Ca’ Olta is one small part, with its farmhouse, and only two and a half hectares of woodland and the same amount of grape-growing land, but it enjoys an excellent position, with good winds and sunshine from early morning to sunset.
In 2015 the old vines, where various varieties were mixed, diseased and had been neglected for years, were all torn up and the slopes were re-shaped so they could be worked with mechanical equipment.
Then in 2016, when the land had been left fallow for a year, chemical tests and agronomic-enologic assessments were made, and two new layouts were designed, of just under half a hectare each, , one for Moscato di Scanzo and one for a white wine, Incrocio Manzoni bianco 6.0.13. It was decided to manage the land biologically, with no weed-killers or synthetic chemicals. The vines are planted with the Guyot training system; there are 1508 Moscato di Scanzo vines, 1 meter apart, and 1560 Incrocio Manzoni plants, 90 cm apart.
Several years of economic sacrifice, mental effort and physical fatigue followed, specially in the beginning when the cuttings were still young and small, and had to be regularly weeded manually, to prevent them suffocating.
After the first year’s planting, an agreement was reached with Azienda Agricola Sereno Magri in Rosciate to harvest the grapes, make the wine and bottle it, with a special label for Ca’ Olta.
The first harvest, in 2018, was too small to be used to make wine on its own, so the grapes were sent for mashing.
In 2019 we were looking forward to a satisfactory harvest, with at least 50-60% of the potential output, but we hadn’t reckoned with five hailstorms, four at the beginning of the season which enormously limited the growth of the clusters, and another at the end of August, which damaged or destroyed most of the grapes.
The Moscato grapes went directly to the distillery, as they were not suitable for appassimento to enhance the flavour and raise the sugar content. We did manage to save a small amount of the Manzoni grapes, which had been seriously damaged, but our enologist agreed that they should be used separately to make wine, to give us an idea of the vine’s potential.
On 2 June 2020 we uncorked the first experimental bottle of white Manzù Ca’Olta wine and were pleasantly surprised at the variety of perfume and aroma, and the intense and slightly fruity flavour.
We therefore firmly aimed for a top-of-the-range white, so the 2020 harvest was not judged suitable for vinification. The 2021 harvest, however, offers a Manzù Ca’Olta worthy of our efforts and expectations.
This year – 2022 – we plan finally to start making Moscato di Scanzo. The vines are now in their seventh year and we are hopeful that the first harvest will prove interesting. We have therefore installed anti-hail netting overhead to protect them and we plan to do the same next year with the Incrocio Manzoni.